Ottone Pesante «Ottone Pesante» (2015)

Ottone Pesante «Ottone Pesante» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
06.02.2016

 

Visualizzazioni:
1987

 

Band:
Ottone Pesante
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Titolo:
Ottone Pesante

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Paolo Raineri :: Trumpet
Francesco Bucci :: Trombone
Simone Cavina :: Drums

 

Genere:
Heavy Brass Metal

 

Durata:
15' 59"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
01.11.2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Per descrivere la musica degli Ottone Pesante, band dalla provenienza ignota e anche dal nome un po’ improbabile, basta guardare cosa suonano i membri, e il nome della band magicamente acquista senso.
Ma siamo lontani dai fasti dei pazzi Mombu e dei seminali Zu: qui a prevalere non è il senso di rumorosità dei primi o la sperimentazione: l’EP degli Ottone è troppo spesso qualcosa di difficile da ascoltare. A parte infatti alcuni difetti come dei cambi di tempo mica tanto collegati di “Evil Anvil”, il problema di questo Ep dopo ripetuti ascolti è che non ne capisco la chiave di lettura: a volte, come in “Brassphemy”, sembra di sentire un brano death metal improbabilmente rifatto da tromba e trombone, i primi due brani nell’insieme sembrano poco più che delle improvvisazioni ben registrate, e “Grindstone” include dei tratti death, ma suonati coi fiati non rendono, e il fatto che il cd sia strumentale non aiuta. Tutto questo tralasciando il fatto che se il brano fosse davvero death metal, sarebbe nulla più che una cosa per principianti. Per fare bene, occorre che gli OP trovino la loro dimensione musicale, e non sperare di trovarla in altri generi musicali. Fortunatamente, qualcosa di positivo c’è, ovvero “Blood casting”, un brano simpatico, stravagante ma non strampalato, e dal mood comunicativo che non sa di operazione casuale o totalmente astrusa. Ma è pur sempre solo un brano.
In conclusione: lodo l’originalità e capisco l’intento degli Ottone Pesante, questo stile musicale con ottoni e batteria si può fare, ma può funzionare ed essere comunicativo solo in una dimensione musicale propria, e qui questo non avviene. Come dobbiamo interpretare questo Ep? Una improvvisazione registrata? Un divertimento? Una parodia? Un improbabile tentativo di fare metal con i fiati? Non pervenuto.

Track by Track
  1. Evil Anvil 55
  2. Blacksmith surgery 55
  3. Blood casting 65
  4. Grindstone 50
  5. Brassphemy 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
56

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 06.02.2016. Articolo letto 1987 volte.

 

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